Giugno 1998

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Indice n° 0

Dalla parte dell’atleta

Di Rocco Netti

Cari lettori, chi vi scrive è un ragazzo che ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita nel tentativo di far cadere il pallone dall’altra parte della rete.

Per chi non l’avesse capito sono un atleta del G.S. Atletico, la seconda più anziana società di pallavolo in Puglia.

Saprete che, l’anno passato, la squadra maschile si era guadagnata l’accesso al campionato di serie C. Le prospettive parevano rosee, stessi giocatori, stessi allenatori, solo un po’ più di impegno negli allenamenti, parevano essere i giusti ingredienti per ben figurare anche in una serie superiore. Come tutte le cose belle, anche questa doveva finire. A fine estate, con il campionato alle porte, si accavallarono diversi problemi. In primis, la questione impianti che aveva visto un agosto rovente, ma che ancora non era stata risolta. A questo andava ad aggiungersi la questione allenatore che dopo mille voci di piazza - come spesso capita - si era "risolta" con le irrevocabili dimissioni dell’allora tecnico Mario Gasparro e del suo secondo Gianvito Lefemine. Ed ancora la deficitaria situazione economica.

Volete dunque sapere com’è andata a finire? La "questione palazzetto" fu allora risolta, dopo una conferenza cittadina, con l’impegno, da parte dell’amministrazione comunale, di recuperare in breve tempo la struttura e di adeguarla alle normative della federazione.Il termine massimo di consegna dei lavori, indicato dal sindaco davanti alla cittadinanza, fu di circa tre mesi.

Il secondo problema: la guida tecnica della squadra si risolse, con stupore generale, affidando il gruppo alle più che esperte mani di Gianfranco Milano, tecnico gioiese con un curriculum di tutto rispetto fatto di innumerevoli panchine ed ottimi risultati anche in serie A.

Dopo l’iniziale entusiasmo, cominciò ad affiorare il sospetto che la sua presenza non sarebbe stata costante. Chiamato, da lì a poco, a risollevare la squadra femminile di serie A2 di Bari, infatti, il suo contributo divenne pur se prezioso, inadeguato ai fini del raggiungimento dell’obiettivo salvezza prefissato ad inizio stagione. Così, con la squadra che navigava nei bassifondi della classifica, a lui fu ufficialmente affiancato Tommaso Giannico, esperto giocatore, ma ancora alquanto inesperto nel gestire una squadra che, costruita come un mosaico, si stava inesorabilmente disfacendo.

A questo grave problema si aggiunse quasi subito quello logistico. I lavori in palestra avevano preso inizio. C’era ora da trovare un luogo dove potersi allenare, vista anche l’inagibilità, per motivi non meglio specificati, della palestra dell’ex scuola media.

Dopo alcune settimane, passate ad errare da un paese all’altro, la società riuscì ad avere il permesso di usare, pur se in orari limitati, la piccola palestra dell’I.T.I.S. di Gioia del Colle. Le partite casalinghe si disputavano in una struttura privata di Cassano, il che andava ad indebolire le già claudicanti casse societarie.

I tre mesi prospettati dal sindaco, passarono e come da copione, i lavori in palestra non erano terminati, per "fortuna", almeno la palestra dell’ex scuola media era stata recuperata e quindi il numero di allenamenti poté aumentare. Questo però non servi a smuovere la classifica, il sereno clima di spogliatoio si era inesorabilmente rovinato ed anche agli atleti più appassionati stava passando la voglia di giocare. Le uniche speranze erano riposte nei play-out, gare che se vinte, ci avrebbero permesso di permanere in serie C. La notizia che avremmo potuto disputarli a Sammichele, davanti al sempre fedele gruppo di tifosi, fece tornare in palestra un clima di concentrazione al quale non eravamo quasi più abituati. Nemmeno questa volta la sorte ci fu amica, tempi tecnici evidentemente troppo brevi non ce lo permisero, la notizia fu di così grande sconforto che la prima gara ci vide battuti senza attenuanti per 0-3.

Il ritorno, ad Oria (Le), fu forse la migliore gara disputata in tutta la stagione: spinti dall’orgoglio e ormai non più carichi di responsabilità ritrovammo gioco e fiducia in noi stessi. Tutto questo non servì a molto: gli avversari, tecnicamente superiori, riuscirono a batterci ugualmente.

Il verdetto era pronunciato, dopo una disastrosa stagione la squadra retrocedeva in serie D.

I troppi problemi e le accuse di "allegra gestione" hanno colpito a morte la "vecchia" società. Ora si parla di rinnovamento del direttivo, di persone nuove che vogliano continuare questa difficile avventura o di definitiva chiusura.

Mi auguro, per questo nostro paese, che il G.S. Atletico continui a vivere, in caso contrario con lui morirà, oltre che un pezzo di pallavolo, anche uno dei pochi luoghi di crescita e di svago per i ragazzi.