Giugno 1998

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Indice n° 0

Con l’acqua alla gola

Di Angelo Addati

Molti saranno rimasti perplessi nel vedersi recapitare accanto al già cospicuo "malloppo" delle imposte da pagare anche una fantomatica cartella esattoriale a beneficio del "Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia".

Cosa sarà mai questo nuovo regalo?

Il consorzio di bonifica veniva istituito con un Regio Decreto nel 1933 (n° 215/33), poi modificato con legge Regionale n° 54 del 1980.

I suoi compiti sono stati, nei primi anni, quelli della bonifica vera e propria allo scopo di ridurre il rischio di malaria. Dal dopoguerra, invece, le sue competenze sono state estese anche alla cura della viabilità rurale, alla elettrificazione, irrigazione e rimboschimento delle aree agricole. Il segno di queste opere è anche visibile nel territorio di Sammichele dove sono stati trivellati due pozzi artesiani, in zona Gonnella ed in zona Procida, ed è stata inoltre creata una rete di distribuzione mobile dell’acqua per le zone circostanti.

Chi usufruisce di questo servizio paga al Consorzio una tributo quantificabile in £ 15.000 di quota fissa, più £ 5.500 per ettaro, più ancora il costo dell’acqua utilizzata annualmente.

Ma chi realmente ne usufruisce?

La risposta non è semplice e urge qualche approfondimento.

Pare che debba pagare anche chi apparentemente non se ne serve.

"Il Consorzio ha l’obbligo di imporre ed esigere i tributi relativi alle opere realizzate sugli immobili", chiarisce il Dott. De Simone che ci ha ricevuto nella sede del Consorzio, "per i benefici conseguiti o conseguibili. Tutti i proprietari di terreni nel territorio di Sammichele sono tenuti al pagamento di un tributo costituito unicamente dalla contribuzione ordinaria per la quale è difficile individuare un rapporto di utenza fra l’attività e il consorziato, e non è invece tenuto al pagamento della tariffa che spetta unicamente a chi beneficia dell’erogazione idrica per usi irrigui o potabili".

In termini diversi ciò vuol significare che chi ritiene di non dover pagare tale tributo perché nessun beneficio ha tratto dalle due trivellazioni elencate è comunque obbligato al pagamento in quanto potrebbe, in un futuro prossimo o lontano, averne vantaggi derivanti magari unicamente da un aumento del valore di mercato dell’immobile in suo possesso. E comunque deve contribuire economicamente alle spese di gestione di tali impianti e dello stesso Consorzio il quale è costantemente impegnato in opere di aggiornamento del catasto.

Il nostro territorio è interessato da un progetto di ampliamento dell’acquedotto rurale e dal "progetto della Conca Barese" ma il tutto appare ancora nebuloso.

Paghiamo forse una promessa di servizio?

Se la risposta è positiva chi garantisce per la futura erogazione di tale servizio?

Esempio fino a poco tempo fa di efficienza e capacità progettuale, il gigantesco apparato del Consorzio sta crollando sotto il suo stesso peso gravato, inoltre, da fatali lungaggini burocratiche, ingenti interessi bancari e finanziamenti non tempestivi.

Le recenti vicissitudini sono costellate di ritardi, contenziosi e scioperi dei dipendenti e pare che i produttori agricoli stiano pagando il prezzo di un rimpallo di responsabilità tra il Consorzio e la Regione Puglia.

Non è raro il caso di chi si è visto recapitare un’ tributo riguardante terreni di cui non è più proprietario perché venduti o donati, o riguardante terreni ormai divenuti edificabili.

Ciò è dovuto al fatto che i dati forniti dall’U.T.E. (ufficio tecnico erariale) al Consorzio non sono aggiornati: "Ma basta una certificazione della cambiata destinazione d’uso del terreno (n.d.r. anche con autocertificazione) o dell’atto di vendita o quant’altro esibita ai nostri uffici entro il mese di settembre per risolvere il problema" ci rassicura il Dott. De Simone.

Chi si sta chiedendo quando abbia fatto richiesta di "consorziarsi" deve sapere che il consorzio è obbligatorio quindi non si può in nessun modo decidere di recedere definitivamente.

All’involontario contribuente a questo punto non resta che pagare suo malgrado o tentare la lunga strada della denuncia, o personalmente o appoggiandosi ad associazioni di categoria che stanno raccogliendo già centinaia di adesioni con il proposito di adire le vie legali.

Ultimo atto della saga: la Regione Puglia ha approvato i criteri per il commissariamento degli enti consortili... e le redini passano nelle mani della nostra Regione.

Lasciateci, infine, una riflessione: quanti degli interessati da questa tributo hanno pensato di informarsi per capire le motivazioni del tributo? Probabilmente pochi. Forse è il momento di smettere di lamentarsi e di condurre le questioni, almeno quelle che ci riguardano personalmente, con un po’ più di accortezza e consapevolezza. Dalla disattenzione ad una colpevole inerzia il passo è breve.