Agosto 1998 |
(2° parte)
Per inquadrare il momento storico in cui viene a porsi la nascita ufficiale del comune di San Michele di Bari, è bene introdurre alcune note cronologiche sulla situazione dei territori a sud di Bari, a partire dalla metà del XV secolo.
1440-1455 Giovanni Antonio Orsini del Balzo possedeva la Contea di Conversano, il Ducato di Bari, il Principato di Taranto e la Contea di Lecce.
1456 La principessa Caterina, figlia di Giovanni Antonio Orsini, eredita la Contea di Conversano, con le terre di Noci, Castellana, Turi e Casamassima, i Casali di Castiglione e Frassineto e la Selva di Alberobello, e sposa Giulio Antonio Acquaviva, figlio di Giosia Acquaviva duca dAtri.
1481 Giulio Antonio Acquaviva, lascia al suo secondogenito Andrea Matteo, la contea di Conversano che in quel periodo comprendeva i territori di: Castellana, Casamassima, Casal Frassineto, Turi, Noci. Costui sposa nel medesimo anno Isabella Piccolomini dAragona, e da quel momento in poi, si fa chiamare Andrea Matteo Acquaviva dAragona duca dAtri e di Teramo.
1511 Andrea Matteo divide i suoi possedimenti; lascia al suo primogenito Gianfrancesco il Marchesato di Bitonto, a Giovanni Antonio la Contea di Gioia con Acquaviva, Casamassima e Cassano; infine al pronipote Giulio Antonio II la Contea di Conversano. A lui rimane solamente il Ducato dAtri.
1520 Giovanni Antonio Donato Acquaviva dAragona sposa Isabella Spinelli di Cariati da cui ha 13 figli. Di essi solamente due ereditano i possedimenti in quanto gli altri o muoiono prematuramente o prendono i voti.
1551-1576 Siccome la situazione stava diventando insostenibile a causa dei debiti, Giovanni Antonio Donato Acquaviva dAragona fu costretto nel 1551 a vendere il territorio di Casamassima a Giovanni Antonio Tommasino di Barletta, seppur con la clausola "de retrovendendo", cioè lAcquaviva si riservava la possibilità di riscattare in qualsiasi momento il feudo. Da questo momento in poi, nel territorio di Casamassima si avvicendano molti Signori e tra essi troviamo: Prospero Marullo, Nicola Calvo giudice di Summaria con Paolo Calvo. Successivamente comincia a farsi forte la volontà degli Acquaviva dAragona di ritornare in possesso di tali territori, avendo contro la volontà dei popolani, ed essendo decaduta la clausola del retrovendendo, riescono a comprare in un primo momento tale possedimento solamente tramite un prestanome nel 1576; poi lo riprendono a tutti gli effetti nel 1578 assieme ai territori di Sannicandro e Rutigliano.
1598-1608 Alla morte di Giovanni Antonio Donato, il feudo passa al figlio Marco Antonio che però muore in giovane età, la successione passa quindi alla sorella Vincenza andata in sposa ad Antonio Carafa Marchese di Bitonto. Evidentemente le sorti degli Acquaviva erano ormai al tramonto, perché anche Vincenza muore in giovane età e senza prole nel 1608.
1608 In questa data si apre la devoluzione del feudo di Casamassima a beneficio del Regio Fisco.
Al periodo in cui Andrea Matteo Acquaviva dAragona duca dAtri e conte di Conversano era feudatario di Casamassima e signore di Acquaviva, Gioia, Castellana, Cassano, Casal Castiglione, Bitonto e Bitetto, risale la prima notizia documentata, riguardante lavvenuto possesso del territorio delle Quattro Miglia e del relativo palazzo che lo domina, da parte di Girolamo Centurione, ricco banchiere genovese di nobili origini ( apparteneva allAlbergo della porta di S. Luca ) che si era trasferito a Bari per affari. Tale testimonianza è data dalliscrizione su lastra calcarea posta ancor oggi sulla destra dellingresso principale del palazzo:
"Heronimo Centurione Signore de questo totE teritorio palazzo nomine la Centuriona vole che se celebri una messa in questa capella DE S.NTA M.ia Maddalena OGNI GIORNO FESTIVO La pissima contene la Centuriona MDIV".
Con questa iscrizione il Centurione intendeva affermare che nei giorni festivi, nelladiacente chiesetta della Maddalena, si celebrava la messa e quindi gli indigeni potevano riunirsi. Inoltre da questo momento, tale palazzo è conosciuto con il nome di Centurione. Se guardiamo questa iscrizione con unottica diversa, possiamo dedurre che il Centurione, più che informare carbonari e boscaioli sulla celebrazione della messa nei giorni festivi, voleva che si sapesse nel territorio circostante chi fosse il nuovo Signore e possessore del palazzo. Quella porzione di territorio era definita delle Quattro Miglia, poiché distava della stessa misura, dai quattro centri abitati circostanti: Casamassima, Acquaviva, Gioia e Turi, inoltre essa era una zona di confine tra i territori dei suddetti comuni, come confermato nellapprezzo di Gioia fatto nel 1612 dal tabulario Virgilio De Marino: " et lo vero confine che tien lo suo (di Gioia del Colle) territorio su Casamassima non sia la strada che va da Acquaviva a Putignano, ma la strada che va da Acquaviva a Turi passando davanti la torre di Centurione..." ed ancora "da do termina, porta in detto quadrivio che va da Acquaviva a Turo e da Gioia a Rotigliano, voltando verso Acquaviva, di canne 997, si giunge al palazzo di Centurione et continuando da detta via, spazio di canne 550 si è giunto al quadrivio che va da Acquaviva a Turo et da Gioia a Casamassima dicendo che lo teritorio verso Ostro sia di Gioia e quello verso Borea di Casamassima."
A tali fatti si aggiunge quello che si ricava da altre citazioni cioè che tale zona era ricca, rispetto agli altri territori del feudo di selve, boschi rigogliosi, lepri, volpi, tordi e beccacce.
E evidente da tali fatti che il palazzo edificato nel territorio delle Quattro Miglia, almeno in quel periodo avesse assunto un carattere di residenza venatoria, di villeggiatura, e grazie alla posizione baricentrica che ricopriva, un ruolo di intermediazione tra i vari possedimenti circostanti, vista la vicinanza alle maggiori vie di comunicazione del periodo. Come i Centurione siano venuti in possesso di una porzione del feudo di Casamassima non è ben chiaro, in quanto non si è trovato nessun documento che certifichi tale passaggio. Probabilmente la cessione del territorio delle Quattro Miglia è avvenuta a seguito di debiti contratti e non onorati dagli Acquaviva dAragona con i banchieri genovesi.
Un altro aspetto da chiarire è come Girolamo Centurione, pur avendo acquisito tali territori, non si fregiasse di alcun titolo nobiliare. Questo lo si può spiegare constatando che i possedimenti di cui era divenuto signore, non costituivano feudo a sé stante, ma semplicemente erano una parte del feudo di Casamassima.
In una scheda storica del notaio Giacomo de Bellis di Acquaviva si legge: "Alessandro Ventura di Palmerice ed altri casali, ebbe in moglie Porzia Centurione, sorella di Geronimo e di don Gregorio Centurione, genovesi abitanti a Bari ed a cui capitoli matrimoniali furono stipulati in presenza delleccellente Signore Raffaele Delli Falconi, barone della Rocca, ai 21 febbraio 1569." Sono poi esistiti altri tre Centurione di cui ci è giunta notizia, infatti in una scheda del notaio Stefano de Santis si legge: "Ortensia Centurione, figlia dellEccellentissimo Signor Giovanni Battista Centurione e sorella di Daniele, rinuncia e si fa monaca in San Giacomo ai 14 aprile 1570. Ortensia suora di S. Giacomo morì il 17 gennaio 1584." (S. Montanaro "Casamassima nella storia dei tempi" vol. I Levante Bari). Non sappiamo però se tra i due gruppi ci fosse una stretta relazione di parentela.
I documenti esposti, sono gli unici rinvenuti che parlano della famiglia dei Centurione, e di come essa si fosse radicata in terra di Bari, non è dato sapere per quali motivi il territorio delle Quattro Miglia sia stato devoluto nel 1608 a beneficio del fisco assieme al resto del feudo di Casamassima, probabilmente era stato riacquistato dagli Acquaviva dAragona, infatti si ritorna a parlare di detti territori, nel momento in cui Michele Vaaz un ricco mercante ebreo portoghese, acquista il feudo di Casamassima.
(continua sul prossimo numero)